La Valtellina è quasi una chiesa aperta a tante religioni. D’estate il ciclismo con i suoi mitici passi, la mountain bike e le escursioni, in inverno la neve, lo sci alpino, il fondo, lo sci alpinismo, lo snowboard. Ad accumunare questi mondi, la cucina, l’ospitalità, le tradizioni, la cultura di una terra che ha sempre avuto nell’accoglienza un suo carattere dominante. Nella storia dello sci alpino questa valle è un punto fermo. Sulle sue piste sono nati campioni come Deborah Compagnoni e Pietro Vitalini e sono state scritte pagine fra le più belle e significative di questa disciplina.
Nell’era dello sci moderno la storia è iniziata a Bormio nei primi anni Ottanta con l’organizzazione delle World Series, una sorta di prova generale dei Mondiali che nel 1985 si svolsero sulla pista Stelvio di Bormio e la Cevedale a Santa Caterina Valfurva. Un grande successo che videro trionfare campioni come Pirmin Zurbriggen e Michaela Figini. Tutti si accorsero delle qualità tecniche delle piste valtellinesi tanto che la Stelvio nel 1993 entrò stabilmente nel circuito della Coppa del Mondo maschile. Un evento che ogni volta ha regalato tante emozioni esaltando il talento dei campioni più grandi.
Indimenticabili le grandi finali della Coppa del Mondo del 1995 che videro Alberto Tomba alzare al cielo la sfera di cristallo alla fine di una cavalcata leggendaria e nel 2000, nel momento in cui risplendeva nel massimo fulgore la stella dell’austriaco Hermann Maier. Poi ancora i Mondiali 2005, con le acrobazie di Bode Miller e Benny Raich ed il duello a colpi di classe fra la croata Janica Kostelic e la svedese Anja Paerson.
Su questa neve una gara non è mai anonima. Perché sulla pista Stelvio si vince solo se si è grandi davvero. E per capirlo basta leggere l’albo d’oro della discesa di Coppa del Mondo. Dal primo, l’austriaco Hannes Trinkl nel 1993, all’azzurro Dominik Paris, dominatore dell’ultima edizione nel dicembre dello scorso anno, è stato un susseguirsi di campioni che hanno onorato questo sport, gli austriaci Michael Walchhofer, Stephan Eberharter, Hannes Reichelt, al francese Luc Alphand, ai norvegesi Lasse Kjus e Aksel Svindal, agli statunitensi Miller e Ralhves, allo svizzero Defago. No, qui non si può vincere per caso. E chi sarà il prossimo?
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