Adrenalinica, spettacolare, sensazionale.
Questa è la Stelvio, la pista di Bormio che, in passato, ha ospitato le gare di ben due Campionati del Mondo e che, ogni anno a fine dicembre, ospita una tappa della Coppa del Mondo di sci alpino. Anche quest’anno la Stelvio sarà prontissima ad accogliere gli uomini jet che si cimenteranno il 28 dicembre in una discesa libera e, il giorno successivo, in un SuperG. A causa del perdurare delle norme anti Covid 19, sulle tribune dello ski stadium non ci sarà il pubblico ma di certo a Bormio non mancheranno entusiasmo e spettacolo.
La Stelvio, inaugurata nel 1982 con le World Series e poi tappa fissa di Coppa del Mondo dal 1993, ha un tracciato lungo 3250 metri sul quale tutti i più grandi discesisti dell’era contemporanea dello sci alpino si sono sfidati e hanno vissuto grandissime emozioni. Eh sì, perché scendere dalla Stelvio è una vera e propria esperienza adrenalinica per tutti gli sciatori ormai da quasi 40 anni.
Chi vince sulla Stelvio è considerato un fuoriclasse della discesa libera, un atleta completo capace di mettere in gara tanta grinta, determinazione ma anche tanta precisione nel condurre gli sci alla massima velocità, tracciando linee perfette, lungo i 1010 metri di dislivello. Chi vince sulla Stelvio, prende la laurea in velocità.
Nell’albo d’oro della gara, infatti, ci sono giganti dello sci e super campioni del calibro dell’elvetico Pirmin Zurbriggen, del francese Luc Alphand, dei norvegesi Lasse Kjus e Aksel Lund Svindal, degli austriaci Hermann Maier, Hannes Trinkl, Michael Walchhofer, degli statunitensi Bode Miller e Daron Rahlves o del nostro Christof Innerhofer.
Ma il re assoluto della Stelvio è senza alcuna ombra di dubbio l’azzurro Dominik Paris che, su questa pista, ha vinto 6 volte (cinque volte in discesa e una in SuperG) tanto da essere insignito con la cittadinanza onoraria di Bormio. Paris ama questa pista che “ti chiede di usare tutta l’esperienza e le capacità tecniche che hai a disposizione”. E questa è una grande verità perché fin dalla partenza, ai 2255 metri della zona del Praimont, si prende velocità. Una velocità che ti porti fino al traguardo, lungo un tracciato che richiede attenzione in ogni suo centimetro.
Sulla Stelvio non puoi mai mollare la presa, devi essere sempre concentrato a puntino, non c’è mai un attimo in cui poter tirare il fiato. Lungo il percorso bisogna affrontare i due salti, quello della Rocca e di San Pietro che arrivano già quando le gambe cominciano a “bruciare”, e un passaggio chiave come quello della Carcentina, una diagonale in contropendenza da brividi, dove se si sbaglia traiettoria… si dà l’addio ai sogni di gloria. E poi il muro finale, la Konta, dove si decide solitamente la gara. Un tratto con curvoni velocissimi dove i più bravi (Paris ne è il maestro) riescono a spingere e a domare il percorso e a non diventare passivi.
La Stelvio è per molti la pista più difficile di tutte. Le parole di Bode Miller, fuoriclasse statunitense, la dicono lunga su cosa sia la Stelvio per gli uomini jet. “Se arrivi in fondo e sei davanti, sai che sei di sicuro tra i migliori discesisti al mondo, se non addirittura il migliore”.
E questa pista ospiterà le gare maschili delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. L’ultima consacrazione per la Stelvio è ormai dietro l’angolo!