Data: | 05.11.2020 |
Definita da Gianfranco Kasper come la “Scala degli Sport Invernali”, la Stelvio è considerata una delle piste più affascinanti e tecniche di tutto il Circo Bianco. Localizzata nel cuore Bormio, la pista è stata inaugurata nel 1982 per la prima edizione delle World Series.
È diventata famosa per aver ospitato diversi eventi internazionali: due edizioni dei Campionati Mondiali di Sci Alpino, nel 1985 e nel 2005, due finali di Coppa del Mondo, nel 1995 e nel 2008, e, dal 1993, è il palcoscenico della discesa libera maschile di Coppa del Mondo. Tra coloro che hanno trionfato su questa pista possiamo ricordare sicuramente Michael Walchhofer, Hermann Maier, Bode Miller e, più recentemente, i nostri Cristof Innerhofer e Dominik Paris.
La Pista Stelvio è da sempre adrenalina, tecnica, velocità, grinta, fatica… insomma, emozione allo stato puro! Qua si vede realmente lo sciatore completo: colui che è in grado di trovare il giusto bilanciamento tra potenza fisica, doti tecniche e tattica vincente. Bisogna tirare “a tutta”, essere aggressivi al punto giusto ma, allo stesso tempo, accarezzare il manto nevoso come se si fluttuasse nel vento. Bisogna trovare il famoso “equilibrio sopra la follia” che solo pochi “Eletti” possiedono.
La Stelvio è lunga 3.250 metri, presenta 1.010 metri di dislivello e il suo cancelletto di partenza è situato a quota 2.255 metri, in zona Praimont con vista mozzafiato sulla valle.
Il tracciato
Il tracciato parte subito in picchiata con un dislivello del 63% nel quale gli atleti acquistano immediatamente velocità, elemento fondamentale per non perdere centesimi preziosi.
Il salto della Rocca
Pochi secondi dopo il via si incontra la prima difficoltà: il salto della Rocca, un balzo lungo 30 metri che non lascia respiro e nessun margine di errore.
Il Canalino Sertorelli
La pista continua con il Canalino "Sertorelli", un tratto di scorrimento di circa 300 metri, per poi immettersi nelle curve complicate della Fontana Lunga, le cui ondulazioni del terreno rendono difficile una sciata precisa.
Il Pian dell'Orso
Si giunge così al Pian dell'Orso, lungo 400 metri con un dislivello di 100 metri, caratterizzato da una sequenza di curve e controcurve. Qua la fatica comincia a farsi sentire ma gli atleti devono stringere i denti perché si arriva al passaggio più impegnativo e decisivo di tutta la discesa: la celeberrima “Carcentina”.
La Carcentina
La Carcentina è una curva in diagonale e in contropendenza spesso ghiacciata ed irregolare. I campioni devono cercare la linea di ingresso migliore per mantenere il massimo della velocità e non farsi scaricare verso valle.
I prati del Ciuk
A seguire, i Prati del Ciuk, un pianoro di circa 100 metri che porta al ripidissimo muro di San Pietro che, con il suo salto spettacolare nel vuoto di oltre 40 metri, fa raggiungere velocità da capogiro. Manca ancora lo “schuss” finale, una serie di curve nel tratto conclusivo che conduce gli atleti ormai sfiniti al traguardo per il consueto bagno di folla.
La Stelvio non è una pista come tutte le altre e soprattutto non è una pista nelle corde di tutti. È molto tecnica e massacrante. Le gambe bruciano e urlano di dolore ma “Sua Maestà la Stelvio” non dà tregua, non si lascia domare con facilità. Non ammette distrazioni o segni di debolezza. Ti sta col fiato sul collo fino all’ultimo secondo e ti costringe e dare il massimo per uscirne trionfatore. È una prova di sopravvivenza per entrare di diritto nell’Olimpo dei migliori sciatori del mondo.